L'ANALISI
05 Gennaio 2019 - 07:34
Il ministro Salvini
Sul decreto sicurezza, i sindaci di Cremona e Crema hanno già preso posizione. Gianluca Galimberti ha espresso dissenso annunciando però che non sarà fra i disobbedienti. Stefania Bonaldi è stata ancora più dura: «Non escludiamo iniziative, anche forti e di impatto significativo, per la tutela dei diritti garantiti dalla Costituzione e dai trattati internazionali» ha riferito il sindaco della seconda città delle provincia. E intanto, in attesa di eventuali iniziative di reale rottura, anche a livello locale è aperto e già spigoloso il dibattito su una normativa, fortemente voluta dalla Lega e dal vicepremier Matteo Salvini, su cui si stanno alzando barricate. Su un fronte e su quello opposto.
Contrastano senza mezzi termini il dispositivo l’assessore comunale Andrea Virgilio e Luca Burgazzi, consigliere comunale e segretario cittadino del Pd: «Il decreto (in)sicurezza è indecente per contenuti e modalità di applicazione. Invece di fare il bullo sulle piste da sci, il ministro Salvini convochi i sindaci e ascolti le loro ragioni. Per una volta faccia il suo lavoro invece di distribuire ‘patenti’ di traditori della patria. E abbandoni toni che sono inaccettabili in ogni democrazia occidentale». Indirettamente, ad assessore e consigliere replica il segretario cittadino del Carroccio, Pietro Burgazzi: «Finalmente si mette ordine al caos: protestate perché vi abbiamo rovinato il business».
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