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CORTEMAGGIORE. IL LUTTO

Addio a Gualazzini, lo storico ‘papà’ del Fillmore

Presentatore e promotore di mille iniziative iniziò la carriera al ‘Trifoglio’ di Monticelli. L’impegno nel volontariato e nella beneficenza. Era nato a Cortemaggiore 67 anni fa

Fabio Guerreschi

Email:

fguerreschi@laprovinciacr.it

02 Gennaio 2019 - 07:51

Addio a Gualazzini lo storico ‘papà’ del Fillmore

CORTEMAGGIORE - E’ morto a 67 anni all’Ospedale di Piacenza Corrado Gualazzini, il ‘papà’ del Fillmore e persona notissima a Cortemaggiore. In tanti l’hanno saputo proprio l’ultimo giorno dell’anno leggendo il messaggio che l’associazione Ladri di Fragole (organizzazione che negli ultimi anni si è impegnata a far rivivere i fasti dello storico locale con il festival all’aperto Fillmore Summer Festival) ha pubblicato su Facebook: «È un 2018 che si chiude con perdite importanti per Cortemaggiore. Corrado Gualazzini, dopo Ferruccio Colla, non è più tra noi, ma di sicuro rimane il suo grande impegno in svariati campi, dallo spettacolo, al volontariato, alla beneficenza, alle comunicazioni e alla promozione del territorio, che gli valsero l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica».

Un vero personaggio: famose le sue caratterizzazioni e imitazioni, proposte in spettacoli trasmessi dalle emittenti locali. Innumerevoli i riconoscimenti a lui assegnati dall’Anmil, dall’Arma dei carabinieri, mentre per 25 anni fu giudice conciliatore di Cortemaggiore, con successiva nomina a magistrato onorario, come ricorda ancora la vedova: «Credeva molto nel Fillmore, per quel locale fece tutto quello che era nelle sue possibilità». Parole che si rispecchiano perfettamente nel ricordo emozionato di Enrico Pighi, storico direttore artistico del live club: «Era innamorato del suo locale. Ricordo che quando andammo la prima volta a vedere lo spazio in cui il club sarebbe nato, Corrado ce lo presentò descrivendo la sala nei minimi dettagli. Quell’ex cinema era per lui qualcosa di davvero particolare. Era un appassionato del mondo dello spettacolo, gli piaceva vivere quella sensazione che si sperimenta in quell’ambiente, e faceva tutto con grande passione. Noi gli presentammo un progetto che in un certo senso rivoluzionava un po’ il suo teatro, ma lui capì subito le nostre intenzioni, dimostrandosi aperto e lungimirante. Non era per nulla una cosa scontata all’epoca: il Fillmore non esisteva, e non tutti avrebbero accettato quel progetto. Alcuni temevano che venisse aperta una semplice discoteca. Corrado Gualazzini ci tutelò e ci garantì, ci regalò indicazioni e suggerimenti preziosi».

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