L'ANALISI
10 Dicembre 2018 - 08:25
La protesta dei gilet gialli a Parigi
CREMONA - Vive a Parigi da diciassette anni, il cremonese Paolo Codazzi. E’ direttore del personale di uno dei business, con quartier generale a Parigi, della multinazionale americana General Electric. Gli abbiamo chiesto di raccontarci l’atmosfera che si respira nella capitale francese sotto assedio dai gilet gialli: «Un’atmosfera di confusione e sbalordimento. Tutto - racconta - è cominciato con l’enorme campagna pubblicitaria del Black Friday, con tutti a buttarsi nei negozi per lo shopping prenatalizio; una specie di anestetico. Il Paese si è svegliato poi con il presidente Macron che ha continuato la sua politica: ‘ho scritto nel mio programma quello che avrei fatto, mi avete votato, e ora realizzo quello che avevo annunciato’. La tassa sul diesel era stata annunciata durante la campagna per le elezioni del 2017 e ribadita in più occasioni. Tutto coerente. Tutto freddamente coerente. Il francese medio, abituato a tante parole politiche e a pochi fatti, si è svegliato una mattina e si è detto: ‘ma allora lo fa davvero!’.
Da qui la rivolta?
«E’ partita la campagna del No. No alle tasse e, con una spirale abbastanza classica, No a tutto quello che l’attuale Governo aveva già messo in opera. A Parigi oggi la maggior parte delle persone è, come dicevo, confusa e sbalordita. Manca un riferimento. Il Governo non sa con chi confrontarsi, i partiti politici e i sindacati neppure. La gente normale è confusa. Osserva queste manifestazioni spontanee, totalmente popolari e disorganizzate, senza alcun riferimento. Purtroppo impotente di fronte alle violenze crescenti del sabato pomeriggio. E con questo (l’altro ieri, ndr) siamo al quarto di seguito».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris