L'ANALISI
09 Dicembre 2018 - 08:31
CREMONA - Ha accostato ad Hitler, Cheti Nin, l’ex presidente degli Zoofili Cremonesi già condannata dalla Cassazione per l’uccisione di animali nel canile di via Casello. E sebbene «l’accostamento appaia decisamente inopportuno», tuttavia non è diffamazione. Così il gip, Elisa Mombelli, nel provvedimento con cui, nell’accogliere la richiesta del pm, ha archiviato l’ennesimo capitolo della guerra tra animalisti da un lato e Cheti Nin dall’altro. Una ‘guerra’ social, con post e relativi commenti pubblicati sui profili Facebook delle animaliste Claudia Locatelli e Simona Ferrari (difese dall’avvocato Massimiliano Cortellazzi), e di Rosetta Facciolo, presidente dell’associazione ‘Dalla parte degli animali’ (assistita dall’avvocato Cesare Gualazzini), querelate dalla Nin. Nel mirino, post sul caso Orio Litta, era l’anno 1991, il ‘canile lager’ di cui scriverà, otto anni più tardi, Debora Galli nel libro, ancora in vendita, ‘Animali nell’anima’, e sul più recente caso giudiziario relativo al canile di Cremona.
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