L'ANALISI
30 Novembre 2018 - 08:12
La ‘mente’ era a Pizzighettone, mentre gli autisti vivevano tra Soresina e Casalmorano. Se si considera anche un quinto componente, domiciliato a Bagnolo Cremasco, metà dell’organizzazione criminale dedita al traffico di migranti, sgominata mercoledì 28 all’alba da un blitz della guarda di Finanza di Lodi, aveva radici in provincia di Cremona. E molti dei fatti contestati, secondo l’ordinanza del gip di Milano che ha disposto le dieci custodie cautelare in carcere, sono stati commessi tra Pizzighettone e Soresina. In particolare, nel borgo murato, soggiornava quello che gli inquirenti considerano il numero due della struttura smantellata con gli arresti di mercoledì: un 43enne egiziano ritenuto l’organizzatore dei viaggi oltre confine attraverso i quali sarebbero stati trasportati illecitamente in altri Paesi centinaia di clandestini. Più defilata, invece, la posizione dei due egiziani residenti a Soresina (rispettivamente di 48 e 43 anni) e del loro connazionale 38enne domiciliato a Casalmorano: secondo la ricostruzione degli investigatori, erano meri esecutori; guidavano i mezzi dall’Italia allo Stato di destinazione (in genere Francia). In pratica facevano da autisti o, all'occorrenza, da accompagnatori.
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