L'ANALISI
16 Novembre 2018 - 07:49
Alcune delle scritte apparse nel centro storico
CREMONA - All’alba del 5 agosto dello scorso anno, Cremona si risvegliò ‘ferita’ con i palazzi pubblici e privati di mezzo centro storico imbrattati di scritte su palazzi pubblici e privati. Tutte scritte in vernice nera, di chiara matrice anarco-insurrezionalista contro gli ‘sbirri fascisti’, contro il ‘nemico’ capitalismo, il ‘daspo urbano’. E a sostegno dei migranti: ‘Siamo tutti stranieri del mondo’. Per la procura, le mani che da piazza Roma a corso Mazzini, dalla Galleria XXV Aprile alla Galleria del Corso ‘sfregiarono’ gli edifici, sono quelle di Andrea Tronco, 36 anni (li compirà il 24 novembre), capo del Kavarna, il centro sociale che ha al Cascinnetto il suo quartier generale, e di Irene Negroni, 30 anni. Accusati, in concorso, di «deturpamento e imbrattamento di diversi immobili pubblici e privati di interesse storico ed artistico», i due imputati saranno processati il 23 gennaio prossimo (sono difesi dall’avvocato bresciano Sergio Pezzucchi). Nei loro confronti, la procura ha emesso il decreto di citazione diretta a giudizio. In esso si evidenziano tredici «parti offese», tra le quali il sindaco Gianluca Galimberti che nell'ottobre successivo presentò un aquerela in questura, all'epoc acontro ignoti.
Il 5 agosto cadeva di sabato. La sera precedente, in una piazza Roma ‘blindata’ i centri sociali Dordoni e Kavarna improvvisarono una manifestazione in solidarietà agli otto ‘compagni’ arrestati ventiquattro ore prima a Firenze.
Con il calare della notte, gli atti vandalici ‘politici’, sui quali da subito indagarono Arma e Digos. sopralluoghi e immagini registrate dalle telecamere installate nelle zone colpite passate al setaccio. Quella mattina, si alzò la protesta dei residenti e dei commercianti. Nei giorni successivi vennero ripuliti i muri della Galleria XXV Aprile e delle Poste italiane.
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