L'ANALISI
16 Novembre 2018 - 07:59
CREMONA - Se è disposta a farlo ad ogni costo, si vedrà; ma di sicuro, l’amministrazione vuole ‘liberarsi’ di Saba e adesso, dopo mesi di sussurri e una trattativa sempre protetta della riservatezza, lo strappo è almeno ‘virtualmente’ compiuto: mercoledì 14 novembre in giunta, con il sindaco Gianluca Galimberti, l’assessore alla partita Alessia Manfredini e tutti gli altri membri dell’esecutivo affiancati dal segretario generale Gabriella Di Girolamo, dai dirigenti di settore e dai legali dell’ente, si è a lungo — e di nuovo — passato al vaglio il contratto che lega il Comune alla società romana per poi licenziare un atto di indirizzo che si propone di ‘stracciare’ la convenzione sempre considerata ‘capestro’ con la spa, che gestisce il parcheggio interrato di piazza Marconi e i posteggi a raso di maggior pregio — e di conseguenza anche di migliore resa — in centro.
Chiaro e duplice, l’obiettivo. Primo: sottrarre la Municipalità da un’intesa che varrebbe fino al 2046 e che, nero su bianco, senza margini di ‘scappatoia’ per i prossimi 28 anni, obbliga di fatto a ripianare anno su anno centinaia di migliaia di euro di mancati introiti causa incasso dell’autosilo sempre inferiore al piano finanziario sottoscritto prima con il governo di Paolo Bodini e poi rideclinato con Oreste Perri. Un passo che già appare rischioso, vista l’entità — ancora da definire ma sicuramente milionaria — del significativo indennizzo che si dovrà giocoforza garantire all’azienda. Ma che si considera ammortizzabile negli anni, visto che si eliminerà la ‘perdita secca’ smettendo di dover coprire lo sbilancio economico. Tradotto: si dovrà pagare tanto, subito e tutto insieme; ma si smetterà di pagare comunque molto e in continuazione.
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