L'ANALISI
13 Novembre 2018 - 19:48
CREMONA - «Sant’Omobono, patrono della città e della diocesi, non giace inerte nella cripta nella cattedrale, ma vive in Cristo e nella comunione dei Santi. E ci pensa e protegge, ci osserva e intercede per noi, sempre». Con queste parole il vescovo, Antonio Napolioni, ha aperto, il 13 novembre in duomo, la sua omelia durante la concelebrazione del solenne pontificale nel giorno di sant’Omobono, patrono della città e della diocesi di Cremona. Cattedrale gremita di fedeli e di autorità civili e militari per la messa solenne, anticipata quest’anno alle 10.15, presieduta dal vescovo Napolioni, affiancato dall’emerito Dante Lafranconi, dal Capitolo della cattedrale, dai parroci della città e dai molti sacerdoti convenuti. Come da tradizione, la funzione è stata preceduta dal dono dei ceri votivi da parte dell’amministrazione comunale. La cattedrale è rimasta aperta dalle 15 alle 19, per permettere ai cremonesi di accedere alla cripta. A garantire il regolare afflusso dei pellegrini è stata l’Associazione Nazionale Carabinieri di Cremona. Nel pomeriggio, alle 17, il vescovo emerito Dante Lafranconi ha presieduto i Secondi Vespri. Mentre alle 18, si è celebrata l’ultima messa della giornata, presieduta da monsignor Alberto Franzini, parroco della cattedrale.
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