L'ANALISI
06 Novembre 2018 - 14:02
CREMONA - Avanti così non si può andare: non sulla linea per Milano, non sulla tratta per Brescia. Martedì 6 novembre ancora treni soppressi, ritardi e disagi. E adesso, comprensibilmente, la pazienza dei pendolari cremonesi è finita.
PER MILANO - Con la corsa delle 8,21 per Milano che seguita ad essere quasi quotidianamente cancellata, anche martedì 6 ritardi sui collegamenti del mattino e i regionali ‘5238’ delle 14,21 da Cremona a Codogno e ‘5239’ delle 16,10 da Codogno a Cremona soppressi e sostituiti da bus. E senza prestare troppa attenzione all’ormai cronico sovraffollamento, dovuto all’utilizzo per i regionali ‘2654’, ‘2655’, ‘2660’ e ‘2663’ di vecchi Vivalto con una carrozza in meno e documentato fotograficamente giorno per giorno, sino a venerdì i viaggiatori dovranno fare i conti anche con la soppressione di alcuni convogli destinati alla manutenzione e sostituito con pullman.
PER BRESCIA - Ma è lungo la direttrice che collega Cremona a Brescia che sta scoppiando la protesta più vibrante. Legittima, visto quanto sta accadendo da un paio di settimane e visto, soprattutto, cosa è successo fra martedì 6 e lunedì 5 novembre. Nel dettaglio: il ‘Brescia-Cremona’ delle 5,36 gravato da quasi quaranta minuti di ritardo; il ‘Cremona-Brescia’ delle 7.24 e il ‘Brescia-Cremona’ delle 8.40 soppressi e sostituiti con bus; il ‘Cremona-Brescia’ delle 10.24 e il corrispondente dalla città della Leonessa per quella del Torrazzo delle 11.40 tagliati. E tutte i treni sovraffollati. E si tratta delle corse del mattino, quelle ovviamente maggiormente utilizzate sia dai lavoratori che dagli studenti.
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