L'ANALISI
04 Novembre 2018 - 09:22
CREMONA - E’ da un anno che prova a far inserire una ‘clausola’ che preveda la doppia firma dei genitori separati per le iscrizioni dei figli minori alle attività sportive. «Una odissea per cinque righe», sbotta Massimo Brugnini, presidente di Bi.Genitori onlus dal 2016, anno di nascita dell’associazione. Nel settembre del 2017 l’incontro in Comune organizzato dall’assessore Mauro Platè con Tiziano Zini del Coni provinciale, i quali hanno indirizzato Brugnini al comitato Coni della Regione Lombardia, che lo ha rimpallato al Coni nazionale, che lo ha rimandato al Coni Lombardia. «Con il risultato che siamo ancora qui».
Brugnini ha una cartelletta piena di fogli: mail inviate, mail di risposta e la circolare del Miur, Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, del 2 settembre 2015. Oggetto: ‘Indicazioni operative per la concreta attuazione in ambito scolastico della legge 54/ 2006’, che ha introdotto il principio di bigenitorialità. «La circolare contiene le disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli - spiega Brugnini -. Nel caso della scuola, il Miur pretendeva quattro semplicissimi punti. Chiedeva, ad esempio, a tutte le segreterie che tutte le comunicazioni venissero comunicate ad entrambi i genitori e, non in ultimo, chiedeva la doppia firma dei genitori in calce». Nella circolare, c’è una frase di cinque righe: ‘Il sottoscritto, consapevole delle conseguenze amministrative e penali per chi rilasci dichiarazioni non corrispondenti a verità, dichiara di aver effettuato la scelta/richiesta in osservanza delle disposizioni sulla responsabilità genitoriale di cui agli articoli 316,337 ter e 337 quater del codice civile, che richiedono il consenso di entrambi i genitori’.
«Quello che abbiamo chiesto noi - sottolinea Brugnini - è di inserire questa dicitura pari pari sulle schede di iscrizioni dei figli minori alle attività sportive. Magari due genitori sono separati: uno vive a Milano, il bambino risiede a Cremona. E non sempre l’altro genitore si può rintracciare. In questo modo, uno dei due genitori è obbligato a contattare l’altro».
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