L'ANALISI
16 Ottobre 2018 - 08:08
CREMONA - «Se davvero vogliamo creare il Cancer Center, dobbiamo aumentare il numero degli oncologi - l’organico è fermo ai livelli di cinque anni fa - e ‘preservare’ la squadra dei ricercatori. Invece si va avanti con un numero contingentato; la Regione non concede autorizzazioni per assumerne altri, e quelli che ci sono spesso possono contare solo su un inquadramento assolutamente precario, che non dà a giovani di valore garanzie di futuro e ci impedirà di farli crescere qui e trattenerli a lungo. Specie a fronte della scarsità di oncologi che si registra a livello nazionale. C’è parecchia domanda, e nonostante la loro ‘fidelizzazione’ - alcuni hanno già rifiutato l’offerta di posti sicuri -, prima o poi dovranno per forza cedere...».
A lanciare l’allarme è Rodolfo Passalacqua, primario ospedaliero di oncologia che negli ultimi anni ha puntato a rafforzare l’area di ricerca inserendo nel suo gruppo (dodici medici incluso lui) giovani ‘cervelli’ impegnati su partite di importanza strategica. Uno ha un contratto temporaneo, cinque sono assolutamente precari, «a scadenza, e tra poco sul camice porteremo anche il codice a barre», commenta amaramente qualcuno di loro.
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