L'ANALISI
09 Ottobre 2018 - 08:04
Il lenzuolo ancora appeso alla ringhiera del balcone teatro del delitto
CREMONA - Venerdì 12, a partire dalle 20,30, il comitato di quartiere 6 (Zaist – stadio – via dell’Annona) si riunisce in assemblea con i residenti al Centro Anziani Bonfatti. Sono stati invitati gli assessori Rosita Viola, Alessia Manfredini e Andrea Virgilio oltre al vigile Giorgio Bodini e sul tavolo ci sono temi importanti. Si discuterà di una esigenza più volte rimarcata da chi abita in quella zona: «Bisogna ripristinare la legalità per quanto concerne gli orti abusivi in prossimità dell’anello verde che circonda lo Zaist — si spiega —, una questione affrontata in una riunione lo scorso maggio e per la quale era prevista una risposta con lettera ai residenti non in regola». Sotto la lente, poi, finirà il parziale blocco del traffico in via dell’Annona. Ma c’è un altro argomento che, pur non impattando quanto può fare ad esempio la viabilità, sta a cuore a chi abita allo Zaist. E sta a cuore perché ne urta la sensibilità. Sono le permanenti tracce d’orrore che, nonostante i ripetuti solleciti, le segnalazioni al Comune e all’Aler proprietario e anche la ‘denuncia’ sulla stampa, rimangono sul balcone dell’appartamento di via Fatebenefratelli teatro dell’omicidio della 46enne Aizhu Chen e del piccolo Wen Jun Ye, tre anni appena, figlio di amici, ospite del posto sbagliato nel momento sbagliato. Sono stati uccisi dal marito della donna: Yongqin Wu, cinese 50enne con problemi psichiatrici. A colpi di mannaia. Era il 24 gennaio 2017, sono passati otto mesi e il lenzuolo macchiato di sangue è ancora dove è sempre stato: appeso al balcone, arrotolato adesso.
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