L'ANALISI
29 Settembre 2018 - 18:28
CREMONA - Una lunga lista con trecentocinquantasei «parti offese». Il numero 197 corrisponde al nome di Verena Mancastroppa, 23 anni, studentessa universitaria di Cremona, rimasta ferita nella calca scoppiata in piazza San Carlo, a Torino, la notte del 3 giugno del 2017, durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid.
In quell’inferno esploso nel ‘salotto buono’ della città, perse la vita Erika Pioletti, la 38enne di Domodossola ricoverata all'ospedale San Giovanni Bosco per un infarto da schiacciamento e morta il 15 giugno successivo.
Per la pagina più buia della capitale sabauda, la procura di Torino ha già chiesto il rinvio a giudizio per quindici imputati, dal sindaco Chiara Appendino al questore Angelo Sanna, al capo di gabinetto della questura Michele Mollo, al dirigente del commissariato Alberto Bonzano, al presidente di Turismo Torino, Maurizio Montagnese, al direttore Danilo Bessone, organizzatori dell'evento, difesi dal gotha dell’avvocatura. Le accuse: omicidio, disastro e lesioni colpose.
Ora c’è la data dell’udienza preliminare: il 23 ottobre 2018, quando Verena si costituirà parte civile e chiederà i danni. «Ci abbiamo creduto, siamo soddisfatti e vogliamo giustizia», ha detto il suo avvocato Luca Curatti.
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