L'ANALISI
29 Agosto 2018 - 07:49
CREMONA - È già tema di polemica politica, il possibile divorzio tra Comune e Saba. Mentre amministrazione e società, con i rispettivi legali, trattano l’exit strategy che potrebbe portare alla rescissione della convenzione ‘capestro’ che lega l’ente alla spa romana fino al 2046, si scatena lo scontro fra esponenti dell’attuale giunta e membri di quella precedente. E del resto, gli accordi sulla sosta e il piano finanziario oggetto del negoziato abbracciano un periodo amministrativo lungo: dall’esecutivo del sindaco Paolo Bodini, che aveva sottoscritto nel 2002 l’intesa originaria, a quello del primo cittadino Oreste Perri, che con l’obiettivo primario di chiudere il ‘buco’ di piazza Marconi aveva ridefinito i patti in partenza, per attutire le ripercussioni inevitabilmente negative — sulle casse dell’azienda — del passaggio da quattro a due piani dell’autosilo, per poi rideterminarli anche nel 2011. E così, adesso che si pensa allo strappo riproponendo l’idea di Aem gestore unico di tutti i parcheggi cittadini, ecco che, come in una sorta di rimpallo di responsabilità a posteriori, si apre la schermaglia fra chi c’era prima e chi c’è adesso.
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