L'ANALISI
08 Agosto 2018 - 10:52
CREMONA - Il 2 gennaio la strage della A21, vicino a Brescia, in cui persero la vita sei persone, causata dallo scontro tra un camion, un'auto e una cisterna carica di carburante e poi esplosa. Il 6 agosto l'inferno che si è scatenato a Bologna dopo l'esplosione di un altro camion cisterna coinvolto in un tamponamento: un morto e 145 feriti sul raccordo tra A1 e A14. Si ripropone con forza il tema della sicurezza stradale collegata alla circolazione dei mezzi pesanti.
E se è vero che l’argomento riguarda in particolare le autostrade, è anche vero che dal rischio non è esclusa la rete urbana. Lo dimostra quanto accaduto proprio nei giorni scorsi, quando la polizia locale ha fermato lungo la tangenziale un tir il cui conducente guidava quasi ininterrottamente da due giorni e ha collezionato una serie di irregolarità che gli sono costate multe per 7.900 euro e il fermo del mezzo sino a sanzione pagata. L'analisi dei dati del cronotachigrafo ha rilevato che nei precedenti 28 giorni erano state inanellate 33 violazioni della normativa che regola tempi di guida e omissioni ai tempi di riposo.
E così, sotto accusa, finiscono i turni massacranti e le presumibili imposizioni di datori di lavoro che antepongono l’interesse delle imprese alla tutela della forza lavoro. E degli altri utenti della strada. Inutile nasconderlo: ci sono aziende — la maggioranza — che stanno nelle regole ma altre — non poche — che le violano sistematicamente.
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