L'ANALISI
05 Agosto 2018 - 08:40
CREMONA - Roma li ha arruolati per lo sfalcio dell’erba: «Saranno i nostri giardinieri» ha annunciato il sindaco Virginia Raggi guardando non solo al presente ma anche al futuro.
Cremona invece, sulla base di un accordo stretto da tempo con la Caritas ma anche con associazioni e cooperative, affida ai richiedenti asilo lavori differenti. Che evidentemente non piace, però, all’assessore regionale Fabio Rolfi. Che nei giorni scorsi, ha messo nero su bianco il suo dissenso in una lettera inviata al presidente lombardo dell’Anci, Virginio Brivio.
«Devono essere i florovivaisti lombardi a curare il verde pubblico in Lombardia, non gli aspiranti profughi. E per il loro lavoro quotidiano, i professionisti devono essere pagati il giusto. Occuparsi dei parchi e delle piante delle nostre città — Rolfi, rispettando le sue competenze su Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, ha circoscritto il raggio delle sue considerazioni al settore di riferimento — è una professione, non un passatempo».
Risponde a Rolfi dal suo osservatorio privilegiato e senza mezzi termini, il direttore della Caritas don Antonio Pezzetti: «Quella lettera è assimilabile ad uno slogan — replica senza sconti —: una delle tante strumentalizzazioni politiche che si fanno sul tema immigrazione e che vuole descrivere una guerra tra poveri che in realtà non esiste. I richiedenti asilo non portano via il lavoro a nessuno e chi sostiene il contrario fa proclami. Al massimo fanno lavori che nessuno vuole più fare o, nel caso delle collaborazioni varie con la pubblica amministrazione, colmano lacune che si stanno via via ingigantendo per mancanza di fondi».
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