L'ANALISI
31 Luglio 2018 - 21:32
CREMONA - Gli ultimi due ‘addii’ sono storia del fine settimana scorso: hanno chiuso il ristorante-enoteca ‘Da Leccarsi i baffi’ in corso Garibaldi e ‘Nara Camicie’ in via Verdi. Serrande abbassate definitivamente e non senza polemiche, con in particolare i gestori del negozio che, volendo evidentemente lanciare un messaggio chiaro, hanno affisso alla vetrina già spenta della loro ormai ex attività un cartello di accuse all’amministrazione e alla concorrenza, ritenuta sleale, dei centri commerciali.
Ora interviene Confcommercio. Lo fa con una presa di posizione del presidente, Vittorio Principe. Che fra l’altro, proprio in principio di riflessione, allunga nuove ombre: «Più volte abbiamo lanciato l’allarme sull’impoverimento del cuore della città ma ora guardiamo con particolare preoccupazione alle chiusure di questi giorni anche perché siamo consapevoli che altre imprese, senza dichiararlo, non riapriranno dopo le ferie estive» è l’annuncio ‘sinistro’ di Principe.
Ed ecco il nocciolo ‘nuovo’ della questione: gli affitti, da più parti giudicati troppo cari. «Sicuramente il caro affitti è una componente determinante — riconosce Principe —, perché le attuali condizioni non consentono al commercio di sostenere canoni di locazione che fino a qualche anno fa rappresentavano la normalità. Il mio invito ai proprietari è quello di creare condizioni per rendere gli affitti più accessibili, evitando di avere così tanti negozi vuoti».
La proposta: «La leva per favorire il ripopolamento commerciale deve essere una ‘local tax’ che comprenda Imu, Tasi e Tari e che sia totalmente deducibile. Servono insomma meno tasse e più incentivi per gli imprenditori che hanno una attività o che vogliono aprirne una».
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