L'ANALISI
06 Luglio 2018 - 07:29
Antonio Tajani con Massimiliano Salini a Cremona
CREMONA - La notizia ufficiale è stata battuta dalle agenzie proprio mentre Antonio Tajani stava raggiungendo Cremona in auto dall’aeroporto: «Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha definito con i vertici del Movimento il percorso di rinnovamento annunciato nelle scorse settimane, con la nomina del presidente del Parlamento Europeo a vicepresidente di Forza Italia». Una nomina che sembra riequilibrare verso Bruxelles il partito, sfidato dall’anti-europeismo di Matteo Salvini.
E il nuovo numero due del movimento azzurro (l’unico precedente è quello di Giulio Tremonti, dal 2004 al 2009), ha avuto il suo ‘battesimo’ politico nella nostra città. E’ stato accolto giovedì 5 luglio alle 20.30 al Museo del Violino da una folla di militanti e amministratori di Forza Italia. Gli onori di casa gli sono stati presentati dal sindaco Gianluca Galimberti, dal prefetto Paola Picciafuochi e dal questore Gaetano Bonaccorso. Al fianco di Tajani, l’eurodeputato e suo stretto collaboratore Massimiliano Salini. Ed è toccato a lui presentare il nuovo numero due del partito: «Un capitano delle battaglie politiche in Europa: la sua nomina è il segnale più grande che documenta come questo partito abbia deciso di ripartire dalle persone e Tajani è il più autorevole e solido fra tutti gli eletti».
Poi ha preso la parola Tajani, arrivato in città con un ritardo che ha costretto gli organizzatori a cancellare l’incontro previsto alle 18.45 in Camera di commercio. E dopo le scuse — «Abbiamo atteso in aeroporto a Francoforte il nostro volo dalle 16.30 —, Tajani ha esordito lanciando «un messaggio positivo a questa città, che vanta uno straordinario Museo del Violino». E fra le eccellenze cremonesi, Tajani ha citato la liuteria, l’agricoltura e l’acciaio. «Non vogliamo — ha detto — fare spegnere i sogni ai giovani, che hanno il diritto di non essere stipendiati senza lavorare. Ai giovani non occorre la carità del reddito di cittadinanza. Occorre invece creare le condizioni perché trovino lavoro. Io voglio che le migliori intelligenze non lascino il Paese e per fare questo dobbiamo aiutare l’economia reale». Per Tajani, il reddito di cittadinanza è una «promessa irrealizzabile» e per la quale — ha scandito —«non potranno essere usati i fondi europei». Poi Tajani ha citato il settore dell’acciaio, ricordando il Piano europeo per la siderurgia, e l’agricoltura. «Faremo una battaglia — ha sottolineato — per ridurre i tagli previsti alla Pac, perché la nostra agricoltura non sia penalizzata ancora di più».
Quanto al fisco, «ci batteremo per avere la flat tax, ma questa non si può avere contemporaneamente con il reddito di cittadinanza: meglio — ha detto — ridurre la pressione fiscale per tutti». Uomo dell’Europa, Tajani però prende le distanze da questa Unione: «Vogliamo più sicurezza, più lavoro e meno tasse. L’Europa dev’essere cambiata ma la risposta non sono i nazionalismi».
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