L'ANALISI
27 Giugno 2018 - 07:39
PADERNO - Cronaca di un divorzio annunciato. Lunedì sera, 25 giugno, il consiglio comunale, con l’opposizione che si è astenuta, ha approvato la delibera che dal primo gennaio 2019 sancisce la fuoriuscita di Paderno dall’Unione Lombarda Soresinese. Troppi i problemi gestionali, tante le carenze nei servizi, insanabili i contrasti che negli ultimi mesi hanno provocato una spaccatura interna nell’ente sovracomunale. Da una parte lo stesso Paderno, Casalmorano (che lo seguirà sulla strada del recesso) e Sesto, dall’altra Castelvisconti, Genivolta e Azzanello. L’elenco dei nodi critici lo ha fatto il sindaco Cristiano Strinati nel suo intervento, incentrato sulla cronistoria degli eventi ma soprattutto sulle molteplici ragioni che a suo dire giustificano la scelta. Dal personale insufficiente alla difficoltà di avere un segretario comunale e di garantire il controllo delle spese, dal fallimento della rete di comunicazione fra i comuni membri, alla perdita della «piena autonomia decisionale». Poi il colpo di grazia: «Ritengo che l’Unione – ha ribadito il sindaco – non sia ad oggi e a queste condizioni lo strumento giusto per accrescere e migliorare i servizi resi alla cittadinanza, configurandosi più come una unione di disservizi».
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