L'ANALISI
17 Maggio 2018 - 18:17
Le immagini dei furti riprese dalle telecamere
CREMONA - Per l’accusa, rubò droga e armi, i corpi di reato custoditi nel caveau del tribunale prim adi essere distrutti.
Con le accuse di peculato, violazione dei sigilli, falso e detenzione di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Francesco Manfredi, 61 anni, fino al 21 ottobre del 2016, giorno del suo arresto (ora è libero, ndr), l’insospettabile addetto all’Ufficio corpi di reato, assunto con contratto a tempo determinato da Aste Legali, società convenzionata con il tribunale, e vicino alla pensione. Il rinvio è a giudizio è stato chiesto anche per Attilio Valcarenghi, 58 anni, appassionato d’armi e fino a quel 21 ottobre al lavoro nel palazzo di giustizia distaccato dal Comune di Soresina, al quale si contesta il peculato, in concorso con Manfredi, e la detenzione illegale di armi da guerra e comuni da sparo: un piccolo arsenale scovato in casa sua, tra cui un fucile a canne mozze, tre pistole e diverse munizioni provenienti dall’Ufficio dei corpi di reato e destinati alla distruzione (Manfredi è difeso dall’avvocato Alberto Gnocchi, Valcarenghi dall’avvocato Francesca Attianese). Il caso ‘corpi di reato’ vede altri due imputati. Uno è il funzionario Claudio Pagliari, all’epoca responsabile dell’Ufficio, al quale, nella richiesta di rinvio a giudizio, si contesta l’omessa vigilanza (è difeso dai legali Simona Bracchi ed Erminio Mola). L’altro è Claudio Montanari, cremonese di 33 anni, all’epoca dipendente di un bar di via Mantova, al quale, secondo l’accusa, sarebbe stata destinata la droga.
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