L'ANALISI
10 Maggio 2018 - 08:54
I soccorsi al capotreno aggredito
CREMONA - «Non lo dovevo fare. Ho sbagliato. Quando si alzano le mani non si va mai da nessuna parte. Mi si è azzerato tutto in testa quando mia moglie mi ha detto quel che era capitato. Come è stato trattato mio figlio. Le telefonate dal treno. Quelle foto con mio figlio lasciato a bordo tra gli scompartimenti, vicino alle porte, tutto il viaggio così, con a fianco mia moglie, sempre più arrabbiata, e l’altro figlio. Mi è passato per la mente di tutto. Ho pensato che quelle porte potevano essere aperte. Che mio figlio sulla carrozzina non era assicurato con le cinture. Ho perso il controllo. Per i miei figli mi farei uccidere». Andrea Pistoia, 36 anni, il pizzaiolo che martedì 8 maggio, intorno alle 19.30, alla stazione ferroviaria, ha aggredito il capotreno appena sceso dal convoglio regionale 2661, che aveva condotto a Cremona, da Milano, la moglie e i figlioletti, ripercorre la vicenda dopo aver scandito di aver sbagliato, di essersi detto pentito, di essere pronto a chiedere scusa al ferroviere al quale ha sferrato un calcio e un pugno. Per ora il capotreno ha fatto sapere di non volerlo incontrare.
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