L'ANALISI
LINEA FERROVIARIA MANTOVA-CREMONA-MILANO
24 Aprile 2018 - 07:46
Luciano Pizzetti e Graziano Delrio
CREMONA - Per le ripercussioni che potrebbe avere su un servizio di trasporto già ora criticato da più parti e su più fronti, il ‘caso’, svelato dal deputato del Partito Democratico Matteo Colaninno, sta suscitando preoccupazione fra i pendolari e a livello politico istituzionale: il raddoppio della linea ferroviaria ‘Mantova-Cremona-Milano’ è potenzialmente messo a rischio dalla sentenza, emessa il 18 aprile scorso dalla Corte Costituzionale in risposta ad un ricorso presentato dalla Regione Veneto, che di fatto blocca tutti gli stanziamenti del fondo centralizzato per le infrastrutture predisposto da palazzo Chigi.
Timori montanti, inevitabilmente. Ma allontanati con forza, e con un grado di certezza che sembra scongiurare ogni ipotesi pessimistica, dal sottosegretario Luciano Pizzetti. Che nelle ultime ore, mentre a Roma la vicenda veniva trattata tecnicamente dalle strutture di riferimento dei ministri Graziano Delrio (Infrastrutture e Trasporti) e Pier Carlo Padoan (Economia), ha approfondito il profilo locale della partita per poi offrire ampie garanzie.
«Quello che la Corte Costituzionale ha bloccato - entra nel merito Pizzetti - è un atto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che impegna fondi dello Stato. E quindi, è il governo titolato ad intervenire e a decidere come sulla base di quanto chiede la Corte. Mi spiego meglio: la Corte, facendo giurisprudenza, accoglie l’istanza della Regione Veneto e stabilisce che serve un’intesa per superare l’impasse. Tocca però al governo, ora, trovare quell’accordo. E lo farà».
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