L'ANALISI
16 Aprile 2018 - 18:54
CREMONA - Parcheggio del Juliette, sera del 4 marzo 2017. Marco è un papà di 43 anni che sta accompagnando in discoteca il figlio ventenne ed alcuni amici del figlio, tra i quali una ragazza. Sono tutti vicini all’ingresso, quando dalla discoteca esce un giovane in compagnia di suoi amici. Si chiama Alfons, ha 27 anni e conosce la ragazza: si erano già incontrati al centro sociale Kavarna. La saluta: «Ciao, non sei al Kavarna?».
Sarebbe questa la frase che quella sera fece scatenare un violento litigio tra Marco e Alfons, degenerato in un accoltellamento da parte di Marco, un padre che girava con in tasca un coltello da cucina. E che con quell’arma colpì Alfons prima all’altezza della spalla poi al polpaccio. Il giovane verrà portato al pronto soccorso: quindici giorni di prognosi. Il 43enne, sardo di origine, è ora sul banco degli imputati: deve rispondere di lesione personale aggravata ai danni di Alfons, lui albanese. All’uomo viene inoltre contestata la recidiva.
Oggi, per un legittimo impedimento dell’avvocato Stefania Giribaldi, difensore dell’imputato (il legale era impegnato in un processo fuori Cremona, ndr), il giudice Giulia Masci ha rinviato il procedimento all’udienza del prossimo 15 ottobre, quando Alfons si costituirà parte civile con l’avvocato Alessandro Vezzoni.
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