L'ANALISI
22 Marzo 2018 - 17:01
Anna con l'avvocato Massimo Tabaglio
CREMONA - «.... il tribunale assolve perché il fatto non costituisce reato...». E in aula scorrono le lacrime. Sono quelle di Anna, per nove anni mamma affidataria di un bimbo tunisino. Glielo affidarono quando il piccolo aveva appena tre mesi, perché il papà, un tunisino ben integrato, con un lavoro e rimasto vedovo (la moglie era morta dopo il parto) non riusciva a cavarsela da solo. Il bimbo è tornato con il suo papà che nel frattempo si è risposato e gli ha dato due fratellini. La mamma affidataria era a processo con l’accusa di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice: non avrebbe rispettato le condizioni contenute nel decreto del tribunale per minorenni di Brescia sull’affidamento, con graduale reinserimento familiare del bimbo, e le modalità dettate dai servizi sociali per tale reinserimento.
Anna ha ringraziato tutti e ha versato tante lacrime liberatorie e di gioia: "Ho tenuto 50 bambini e con le loro famiglie di origine non ho mai avuto problemi. Mi piacerebbe tornare a rivedere il bambino che ho tenuto con me per nove anni".
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