L'ANALISI
20 Marzo 2018 - 08:11
CREMONA - «E pensare che in altre città le gallerie sono il salotto buono. Sono lo spazio più elegante in cui trovano vita i migliori negozi di abbigliamento, le firme più prestigiose. Da noi, invece, sono la dimostrazione del deserto commerciale del centro storico elevato all’ennesima potenza». A parlare è Ilaria Italiano che è da sempre in Galleria del Corso con il suo negozio di abbigliamento (Stile Italiano), uno dei pochi esercizi commerciali rimasti aperti insieme all’agenzia di viaggio, al centro di abbronzatura e a Orient Art di Claudio Pugnoli.
«Sono qui dal novembre 2000 e ho visto il declino di questo posto lentamente, un declino inesorabile e credo che ora si stia toccando il fondo — continua Italiano —. Molti mi chiedono perché non me ne vado e io rispondo loro così: perché? Ho la vista giardini, vedo il Torrazzo, sono nel centro della città. Dove dovrei andare? Io resisto. Finché ce la faccio, sto qui. Certo, le promesse di recuperare e rivitalizzare questa galleria sono rimaste promesse. Tante parole e nessun fatto. Qualche tempo fa hanno rimesso mano a piastrelle saltate ma si è fermato lì. Comune e proprietari si rimpallano le responsabilità».
Pugnoli è l’altro ‘sopravvissuto’ nel deserto della Galleria del Corso: «Io sono qui da sempre — spiega —, i muri sono miei e quindi, a differenza di molti altri, non devo pagare affitti, spesso troppo alti. Recentemente sono andato a Padova, Verona, Pavia e il confronto con Cremona è drammatico. Quelle città sono vive e vivaci. Cremona è una città centrifuga, che fa scappare i visitatori dal centro. Le nostre vie sono così tristi e in tale stato di abbandono che non ti viene voglia di venirci. Se a questo aggiungiamo che abbiamo la più alta percentuale di centri commerciali in città e alle sue porte il danno è fatto».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris