L'ANALISI
21 Febbraio 2018 - 18:42
L'ex Almaguerra sulla via Castelleone
CREMONA - Come era scontato, mercoledì mattina in giunta è stato valutato e ‘benedetto’ senza sorprese il piano di recupero dell’ex Armaguerra, riordino che prevede l’insediamento negli oltre cinquantamila metri quadrati della vecchia industria bellica di un supermercato — il Lidl, che lì già è ma che potrà così allargarsi ampliando la propria offerta —, di un’area destinata alla ristorazione e di attività di tipo commerciale e artigianale che, stando a quanto si apprende, riguarderebbero aziende già presenti a Cremona ma che sposterebbero lì le proprie sedi.
La conseguenza, ovvia, è l’alzata di scudi, unitaria e perentoria, del commercio, che nella riqualificazione intravede tutte le ombre di un possibile colpo mortale ai negozi del centro. Tutti insieme contro l’amministrazione. Perché se martedì aveva espresso le proprie riserve Confesercenti, con le contestazioni chiare mosse al Comune dal presidente Agostino Boschiroli e dal direttore Giorgio Bonoli, a scendere in trincea adesso sono stati Confcommercio e Asvicom.
Ed è da palazzo Vidoni che si alza il dissenso più duro, plasticamente concretizzato nello strappo definitivo annunciato dal presidente Vittorio Principe: «La misura è davvero colma e usciamo dal Duc».
Replica l'assessore Andrea Virgilio: "Se per quasi trent’anni Confcommercio non ha mai mancato occasione di polemizzare con l’Amministrazione di turno, forse dovrebbe interrogarsi sulla sua capacità propositiva: non è infatti pensabile ridurre il tutto a una richiesta anacronistica di apertura del traffico nel centro storico e di chiusura della media distribuzione. Una costante di questi trent’anni a fronte di un mondo che cambia così come sono cambiati gli strumenti, gli stili e le esigenze dei consumatori. Se Confcommercio ritiene che all’Armaguerra sarebbe meglio un museo o un centro sportivo, mostra non solo poca propensione a una cultura imprenditoriale, ma anche una scarsa conoscenza degli strumenti a disposizione delle Amministrazioni che non possono limitare a queste funzioni aree di proprietà privata".
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