L'ANALISI
05 Febbraio 2018 - 14:14
Massimo Gandolfini e Paolo Emiliani al Cittanova
CREMONA - Una legge «che incide profondamente sulla relazione fra medico e paziente» quella sulle ‘Disposizioni anticipate di trattamento’ più note come Biotestamento: lo ha osservato il chirurgo Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la vita di Cremona, introducendo domenica 4 febbraio, in un palazzo Cittanova gremito (presente il vescovo emerito Dante Lafranconi) l’incontro con il neurochirurgo bresciano Massimo Gandolfini, impegnato anche nella società civile, esperto di bioetica e come tale chiamato a partecipare ai lavori delle commissioni parlamentari della Sanità che si sono occupate della legge entrata in vigore in questi giorni. Nella sua pacata ma serrata contestazione delle «trappole ideologiche» della nuova normativa e dei punti più sensibili dell’articolato, spesso scandita da applausi del pubblico, Gandolfini è partito da due ricorrenze: il cinquantesimo dell’enciclica ‘Humanae vitae’ di papa Paolo VI con la sua «capacità straordinaria di prevedere le nefaste conseguenze delle minacce alla vita nascente», e i quarant’anni, in Italia, della legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza.
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