L'ANALISI
01 Febbraio 2018 - 17:34
CREMONA - Sino ad inizio estate del 2014 hanno lavorato ‘gomito a gomito’: da cinque anni, Fabio Germanà Ballarino era il comandante dei vigili, Pierluigi Sforza il suo vice. Il 14 luglio de 2014, un mese dopo le elezioni, la neo giunta Galimberti non riconfermò nel ruolo Germanà Ballarino, nominando Sforza (nell’agosto successivo) numero uno dei vigili. Per nove mesi Ballarino guidò la centrale operativa, passando poi, nell’aprile del 2015, all’Infortunistica. Oggi è comandante a Lodi.
Giovedì 1 febbraio, l’uno e l’altro si sono trovati ‘gomito a gomito’ nell’ufficio del giudice del lavoro, Antonia Gradi, dove è proseguita la causa promossa da Germanà Ballarino (difeso dall'avvocato Massimiliano Cortellazzi) contro il Comune al quale chiede 200mila euro di risarcimento dei danni, morali ed esistenziali, causati dal suo declassamento.
Il comandante Sforza è il solo dei testimoni indicati dal Comune, ad essere stato ammesso. E, accompagnato in tribunale dall’avvocato del Comune, Enrico Cistriani, per una ventina di minuti è stato sentito dal giudice. «Sforza ha parlato un po’ dell’organizzazione degli uffici del Comando, concentrandosi sul dopo Germanà alla centrale operativa — ha detto l’avvocato Cortellazzi —. Ha spiegato che nei nove mesi in cui Germanà è andato via, alla centrale operativa c’è stata una rotazione di figure in attesa di individuare un ufficiale da inserire nella centrale operativa stessa». Ma «chi è stato poi individuato, a nostro parere non aveva le competenze che aveva Germanà. Perchè «io ero dirigente comunale, mentre l’ufficiale scelto non aveva rivestito funzioni dirigenziali previste dalla Regione Lombardia. Io ero laureato (in Giurisprudenza, ndr), avevo fatto l’Accademia, ero comandante e dunque» e, dunque, «sprecato alla centrale operativa, tant’è che l’ufficiale scelto, e lo dico non certo per sminuirlo, non aveva, però, le mie stesse qualifiche».
Il giudice ha rinviato all’udienza del prossimo 8 marzo, quando, valutate le dichiarazioni rese ieri dal comandante Sforza, deciderà il prosieguo della causa.
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