L'ANALISI
DISASTRO FERROVIARIO
27 Gennaio 2018 - 08:50
CREMONA - A casa, con i famigliari accanto, alla ricerca di una serenità impossibile da recuperare adesso, il giorno dopo la tragedia, e presumibilmente complicata da ritrovare anche in futuro. È rimasto tutto il venerdì nella sua abitazione del quartiere Sant’Ambrogio, il macchinista cremonese del treno deragliato.
È ovviamente provato, più psicologicamente che fisicamente, il 58enne Renato S. Eppure è cortese: «Come sto? Non bene — è la risposta — ma c’è chi sta certamente peggio di me e anche chi non c’è più: ed a loro che penso. Solo a loro».
Non entra, comprensibilmente, nei particolari dell’accaduto: «Non posso e non lo farei comunque anche se potessi — oppone un silenzio di nuovo gentilissimo —. Quel che avevo da raccontare l’ho già spiegato ai magistrati durante la mia deposizione di giovedì pomeriggio e lo riferirò ancora nel momento in cui dovessi essere richiamato».
Non ha guadato le televisioni e non ha letto i giornali: «Ho preferito non farlo».
E dopo aver descritto l’altro ieri agli inquirenti «la vibrazione fortissima del treno» e quel freno azionato «quando era ormai troppo tardi», è alle vittime e ai feriti, che torna il suo pensiero: «Voglio solo dire — conclude il macchinista prima dei saluti — che questa è una vicenda dolorosa, molto dolorosa, con tante persone coinvolte».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris