L'ANALISI
26 Gennaio 2018 - 12:20
Yongqin Wu e la moglie Chen uccisa a colpi di mannaia
CREMONA - "Voglio morire qui". Sono stale le parole dette, venerdì 26 gennaio, all'avvocato Luca Curatti da Yongqin Wu, l'uomo cinese di 51 anni, che mercoledì 24 ha ucciso la moglie Che e un bimbo di 3 anni, figlio di una coppia di amici della donna, a colpi di mannaia. Il colloquio è avvenuto in carcere, poco prima dell'interrogatorio di garanzia. L'avvocato Curatti ha ribadito al suo assistito che "ci sono già stati troppi morti e non deve più morire nessuno". Davanti al gip Pierpaolo Beluzzi, Wu ha risposto a tutte le domande del magistrato, confermando i continui litigi con la moglie e che proprio la mattina del massacro dovevano andare al Consolato cinese di Milano per la pratica di rinnovo del passaporto, ma che la moglie non ha voluto. Da qui sarebbe nata la furia omicida dell'uomo, che durante l'interrogatorio ha chiesto notizie del figlio 12enne. All'incirca 5-6 anni fa, Yongqin Wu aveva tentato il suicidio buttandosi da una finestra; da tre anni era seguito dal CPS (Centro psicosociale), ma da tempo non prendeva più i farmaci che gli erano stati prescritti perché gli procuravano malesseri. Per questo l'avvocato Curatti ha chiesto che su Wu venga effettuato un approfomndimento psicologico.
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