L'ANALISI
12 Gennaio 2018 - 07:39
CREMONA - Dopo l’improvvisa ondata di piena del Po (quattro metri in poche ore, con tronchi e detriti alla deriva), è il momento della conta dei danni e delle proteste contro Enel, che avrebbe aperto le paratoie della diga di Isola Serafini senza avvisare, o meglio, suonando le sirene, a più di 10 chilometri e di notte. Durissima la presa di posizione delle società canottieri (si era pensato perfino a un esposto), e degli operatori del fiume, che allo stesso tempo, stanchi di vedere a rischio le loro strutture, chiedono di aprire un dialogo con Enel. Una richiesta accolta dalla politica locale: l’assessore Alessia Manfredini ha mandato una nota all’Aipo, e l’assessore Andrea Virgilio, pur stigmatizzando l’accaduto, chiede un incontro con Enel e promette «di portare la questione alla prossima riunione sul ‘Contratto di Fiume». Ma non solo: il Comune di Cremona ha contattato Enel per organizzare un incontro tra l’azienda energetica, i Comuni rivieraschi, società canottieri e tutti gli operatori che lavorano sul Po.
Giovedì mattina intanto i direttori e i presidenti della canottieri hanno fatto una ricognizione alle zattere di attracco e alla flottiglia di barche. La società che ha subito i maggiori danni è la Flora.
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