L'ANALISI
09 Gennaio 2018 - 10:30
CROTONE/CREMONA - Le accuse rivolte ai 169 indagati, tutti ammanettati nel cuore della notte tra lunedì 8 e martedì 9 gennaio in mezza Italia e in Germania, sono associazione mafiosa, estorsione, peculato, turbata libertà degli incanti, corruzione e danneggiamento, reati tutti aggravati dal metodo mafioso. E tra Cremona e il Cremonese ci sono quattro arrestati, tre - fra i queli parenti di Salvatore Muto, pentito al processo Aemilia - ai domiciliari e uno già tradotto a Cà del Ferro: blitz eseguito dai carabinieri della Compagnia retta dal maggiore Rocco Papaleo. Ha toccato anche il territorio, l'operazione Stige dell'Arma, condotta all’alba dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Crotone, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, contro la cosca Farao-Marincola. Di nuovo, per l'ennesima volta, la dimostrazione del radicamente della 'Ndrangheta qui. Secondo l'inchiesta, imponevano ai ristoratori di origine italiana della zona di Stoccarda, in Germania, l'acquisto di vino, prodotti di pasticceria e semilavorati per la pizza prodotti da imprese legate alla cosca: e infatti, 13 persone sono state arrestate per estorsione in Germania. Sempre secondo l’accusa, gli emissari della cosca Farao-Marincola erano anche divenuti i referenti dei ristoratori per la composizione di eventuali controversie che si venivano a creare. Gli arrestati sono Carmine Muto, classe 1985, residente a Pozzaglio, fratello del pentito Salvatore, che è stato tradotto in carcere; poi la moglie dello stesso collaboratore di giustizia, Maria Aiello, 37enne, residente a Corte de' Frati, ai domiciliari; Domenico Squillaciotti, classe 1972, residente a Pozzaglio, ai domiciliari; e infine Rosario Placido, classe 1969, residente a Malagnino, anche lui ai domiciliari. Nel corso dell'operazione è stato operato anche un sequestro di beni.
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