L'ANALISI
07 Gennaio 2018 - 09:02
CREMONA - Un inferno di fuoco con temperature comprese fra i 600 e i 700 gradi: è nella ricostruzione del comandante provinciale dei vigili del fuoco di Brescia, Agatino Carrolo, che si intuisce la portata devastante del rogo di martedì scorso e si immaginano le difficoltà cui si sono trovati a far fronte la trentina di pompieri, dei Comandi bresciani e di Cremona, giunti là dove cisterna, auto e tir venivano divorati dalle fiamme. Fino ad intaccare in maniera significativa anche il ponte della provinciale 24 che collega Montirone a Poncarale.
I vigili del fuoco si sono mossi con quindici automezzi e hanno lottato per un’ora e mezza prima di riuscire a domare il fronte dell’incendio, alimentato dal carburante. E, ovviamente, proprio la presenza della benzina trasportata dalla cisterna ha reso delicatissime le operazioni. «È stato necessario irrorare la cisterna esplosa con schiumogeno a media densità — ha spiegato il tipo di intervento, al Giornale di Brescia, il comandante Carrolo —. Lo sforzo del nostro personale è stato straordinario: le squadre hanno affrontato l’incendio soffocando le fiamme e raffreddando gli elementi. Sempre con enorme preoccupazione perché il combustibile ha una temperatura di innesco inferiore ai 21 gradi e quindi la possibilità che il rogo ripartisse da un istante all’altro, coinvolgendo chi in quel momento era all’opera, era altissima. Abbiamo lavorato in una condizione di massimo rischio».
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