L'ANALISI
17 Dicembre 2017 - 09:21
Uno scorcio del Rifugio del cane di Cremona
CREMONA - Lunedì scorso, dopo la rinuncia dell’Associazione Zooofili Cremonesi all’azione promossa presso il Tar della Lombardia contro l’affidamento del servizio di gestione del canile all’Anpana in scadenza il 31 dicembre, lo stesso Tribunale amministrativo regionale ha respinto l’istanza cautelare contenuta nel ricorso con cui il medesimo sodalizio, gestore storico della struttura di via Casello, aveva impugnato il bando di gara per un altro affidamento, quello biennale del servizio a decorrere dal prossimo primo gennaio. Gara alla quale peraltro gli Zoofili hanno deciso di non partecipare e servizio che, comunque, ancora attende di essere assegnato. Sembrava la svolta: la fine della battaglia infinita che sta contrapponendo gli Zoofili al Comune e all’Anpana. Non è così. Anzi: invece di avvicinarsi alla conclusione, la ‘saga del canile’ potrebbe ingarbugliarsi. E di sicuro si è già invelenita. Il motivo è che, nella stessa udienza di inizio settimana a Brescia, il gruppo che per oltre dieci anni ha avuto competenza diretta sul Rifugio ha sollevato un ‘pesante sospetto’: in sostanza ha comunicato, producendo una documentazione portata in aula dal legale Paola Brambilla e acquisita sia dal collegio giudicante sia dall’avvocato del Comune, Enrico Cistriani, che a livello nazionale non risulterebbe alcuna sezione territoriale riconosciuta di Anpana nella provincia di Cremona. E che quindi, per diretta conseguenza, risulterebbe priva dei requisiti necessari ‘La Cuccia e il Nido’ di Calvatone, società ‘affiliata’ alla quale l’amministrazione ha temporaneamente affidato il servizio.
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