L'ANALISI
14 Dicembre 2017 - 08:25
L'anestesista Mario Riccio
CREMONA - E’ il medico che ha staccato la spina a Piergiorgio Welby. A lui, Marco Cappato aveva pensato per il caso di dj Fabo. L’anestesista cremonese, Mario Riccio, mercoledì 13 a Milano, ha testimoniato al processo a carico del leader radicale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, imputato per aver rafforzato il proposito suicidario di Fabiano Antonini, 40 anni, cieco e tetraplegico in seguito a un incidente stradale, e per averlo aiutato a raggiungere la Svizzera, dove lo scorso febbraio ha ottenuto il suicidio assistito nella clinica Dignitas, vicino a Zurigo.
Testimone della difesa, «in un clima molto sereno» Riccio ha spiegato alla corte d’assise presieduta da Lilio Mannucci Pacini, di essere stato contattato da Cappato a fine estate del 2016. «Cappato mi aveva chiesto disponibilità, pur con diversi problemi pratici di assistenza». Dopo la testimonianza di Riccio, durata meno di mezz’ora, si è difeso Cappato. L’udienza si era aperta con la visione del filmato de ‘Le Iene’, nel quale si vede l’agonia di dj Fabo. L’agonia della sua condizione di cieco e tetraplegico. «Andrò via col sorriso perché vivo nel dolore», sono alcune delle sue parole. Il video lo hanno guardato con gli occhi gonfi di lacrime, non solo la madre Carmen Carollo e la fidanzata Valeria Imbrogno, ma anche la pm Tiziana Siciliano, che per Cappato aveva chiesto l’archiviazione, «perché avrebbe semplicemente aiutato una persona ad esercitare il diritto di morire con dignità». Il gip, Luigi Gargiulo, si era però opposto, ordinando l’imputazione coatta. Pm e difesa parleranno il 17 gennaio; il 14 febbraio la sentenza.
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