L'ANALISI
24 Novembre 2017 - 07:54
L'Ospedale San Raffaele di Milano
SORESINA - Funzionario di banca, 47 anni compiuti, marito e padre. Giuseppe Martinenghi ha scoperto nel 2014 di soffrire di sclerosi multipla e la settimana prossima si sottoporrà a un trattamento sperimentale con un farmaco innovativo, da poco arrivato in Europa e al primo utilizzo entro i confini nazionali: Martinenghi è uno dei dodici pazienti italiani che hanno deciso di aderire all’opportunità offerta dallo staff medico del San Raffaele di Milano, dove mercoledì 29 è in programma la prima infusione di Ocrelizumab. Farmaco che alcuni neurologi di fama nazionale paragonano a una ‘rivoluzione copernicana’ nella lotta alla malattia. «Ho deciso di raccontare la mia storia — spiega Martinenghi — perché Ocrelizumab può essere una speranza importante per tutti coloro che hanno la sclerosi multipla di tipo primario progressivo come la mia».
La ricerca negli ultimi anni ha compiuto passi da gigante e il 47enne soresinese esorta gli altri pazienti a non perdere la fiducia.
Comunque vada la sperimentazione, Martinenghi non rinuncerà a inseguire il proprio sogno: «Aiutare molti poveri dell’Eritrea, dell’Etiopia, del Togo e dell’Africa tutta: faccio parte di ‘Centro aiuti per l’Etiopia’, associazione che lotta contro ogni forma di povertà promuovendo sviluppo, istruzione e assistenza socio-sanitaria. La malattia, per ora, non mi ha ancora fermato, e se mi fermerà dovrà sudarsela, perché io non mi lascerò sconfiggere facilmente».
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