L'ANALISI
06 Novembre 2017 - 18:37
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Alla fine di febbraio del 2011 dalla cassaforte della sede della Coldiretti, in via Ala Ponzone, sparirono 1.500 euro, denaro che serviva per le spese correnti. Per l’accusa, il furto fu messo a segno da Eleonora e Barbara, le donne delle pulizie, perché non c’erano segni di effrazione. Perché fino al 25 febbraio, venerdì, i soldi erano in cassaforte ed evaporarono il sabato, quando alla Coldiretti ci entrarono solo Eleonora e Barbara. Lunedì 6 novembre, nel giorno in cui al processo sono stati sentiti i testimoni del pm onorario, Barbara Tagliafierro, il colpo di scena. Tutto da rifare. «Il decreto di citazione diretta è stato notificato alla persona fisica Simone Solfanelli e non alla Coldiretti nella persona del suo direttore Solfanelli». Ad accorgersi del ‘cavillo tecnico’ e a sollevare la questione, è stata l’avvocato Annamaria Petralito, difensore di una delle donne delle pulizie. Processo interrotto. Si ripartirà il 5 marzo prossimo dagli stessi testimoni, che avevano già testimoniato e che ritorneranno in aula.
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