L'ANALISI
03 Novembre 2017 - 09:08
La stanza dove vive la famiglia sfollata
CREMONA - Hanno dovuto abbandonare le loro case dopo l’incendio divampato venerdì nel sottotetto della palazzina di via Giuseppina 21. Da allora, le famiglie che vivono ai piani più bassi hanno potuto rientrare, ma quelle che occupano i sei appartamenti al terzo e quarto piano vivono ancora nell’incertezza e nella precarietà. Si tratta di sei alloggi che hanno subito i danni provocati dal fuoco, ma anche dall’acqua che i pompieri hanno dovuto impiegare per domare le fiamme. Il rogo è divampato venerdì mentre gli operai di una ditta erano al lavoro per ripristinare l’isolamento del tetto. «Sono stati alcuni volontari di un’ambulanza a dare l’allarme», spiega Betta Ciobotaru, romena di origine ma da 20 anni in Italia e proprietaria di uno degli appartamenti danneggiati. «Per i primi giorni l’amministratore del condominio ci ha sistemati al Palace Hotel, a Costa Sant’Abramo. Poi io e un’altra famiglia siamo stati spostati in via Buoso da Dovara. Dal Comune nessuno mi ha contattata». Dragosh e Svetlana, genitori di una bambina di 4 anni, anche loro sono proprietari di un appartamento danneggiato. «Le maestre — spiega Svetlana — ci dicono che la bambina scoppia spesso a piangere senza motivo e chiede quando potrà tornare nella sua casa». La famiglia è ospitata in una sorta di residence. Una sistemazione più che decorosa, ma certo non adatta per una permanenza prolungata. «Per ora non ho risposte», spiega l’amministratore di condominio Dario Rossi. «Sto aspettando l’esito delle verifiche e quando avrò delle notizie certe le comunicherò ai condomini».
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