L'ANALISI
03 Settembre 2017 - 09:13
CREMONA - Il momento difficile che stanno vivendo molte scuole cattoliche non risparmia Cremona. La cooperativa Cittanova, che gestisce quattro paritarie tra la città e la provincia, ha chiuso l’anno 2016-2017 con più di 500mila euro di debito (nel 2015-2016 era di 490.000 euro circa). E uno dei primi effetti di quel disavanzo da mezzo milione, come avviene solitamente, è la decisione di tagliare dove possibile: spese e classi. Ad esempio, le prime della Matilde di Canossa, l’istituto di via Montenero, non saranno tre, come annunciato in un primo momento ai genitori, ma due. Una misura che sta creando malcontento tra i genitori. Attualmente la cooperativa Cittanova, espressione della Diocesi, si occupa di quattro scuole: oltre alla Canossa (infanzia e primaria) in città, quelle di Castelleone (primaria e infanzia), Soresina (primaria e infanzia) e Casalmaggiore (infanzia). E fino a pochi mesi fa c’era anche la san Vincenzo Grossi (infanzia) di Regona, frazione di Pizzighettone, ma è stata chiusa definitivamente. Pochi bambini e alti costi. I nuovi iscritti erano cinque, per un totale di diciotto: non bastavano. Mamme e papà si sono attivati per trovare una soluzione alternativa che potesse assicurare il servizio ed hanno presentato agli amministratori locali il loro progetto per riaprire l’asilo con il metodo Montessori. La cooperativa Cittanova, presieduta (su indicazione del vescovo Antonio Napolioni) dal 6 aprile scorso da don Marco D’Agostino, rettore del Seminario, ha 60 dipendenti, una cinquantina dei quali insegnanti. E proprio per fronteggiare la situazione di sofferenza finanziaria, non sono stati rinnovati sei contratti a tempo determinato e sono stati razionalizzati i costi unificando in tutte le scuole che ricadono sotto la sua competenza il servizio di ristorazione e quello di pulizia. In base alla banale regola che un’impresa impegnata su più fronti propone un’offerta economica più bassa.
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