L'ANALISI
25 Agosto 2017 - 08:08
Il comandante Vincenzo Lotito (secondo da destra) durante i soccorsi a Ischia
ISCHIA - A fianco dell’effigie di San Gennaro, quella del comandante Vincenzo Lotito. La famiglia di Ischia estratta dalle macerie, nelle frenetiche, drammatiche ore seguite al terremoto che ha colpito l’isola, lunedì scorso, alle 20,57, deve tanto all’ex comandante dei vigili del fuoco di Cremona (in città dal 1998 al 2005). Da un paio di anni a Udine, alla guida dei pompieri di quella provincia, Lotito era a Ischia in vacanza quando il sisma è entrato nelle vite di tutti gli isolani, portandone via due e costringendo all’evacuazione oltre 2.500 persone.
«Ero in albergo con la mia famiglia. C’è stato un blackout e la scossa. Si è capito che era una cosa rilevante», attacca Lotito, raggiunto via telefono. Il boato che gli ischitani e tanti turisti non dimenticheranno ha preannunciato la lunga notte di Lotito. «Ho subito raggiunto i vigili del distaccamento dell’isola, una decina in tutto. Ho contatto il nostro Dipartimento (ministero dell’Interno, ndr) ed ho coordinato i primi interventi a Casamicciola, la località più colpita». Prima dell’arrivo dei colleghi dirigenti da Napoli, che hanno preso in mano la situazione al mattino, Lotito ha coordinato al meglio le forze a disposizione. In quelle ore, nella disperazione che genera sempre un terremoto, la presenza di un dirigente ha permesso di poter fornire la migliore risposta possibile.
Ora Lotito ha ripreso le ferie con la famiglia. Non è stato lui a parlare del suo intervento così rilevante in quella notte di terrore a Ischia. Qualcuno lo ha riconosciuto e il tamtam ha fatto il resto. Nella certezza che senza il suo coordinamento, nei minuti in cui neppure si conoscevano le dimensioni dell’emergenza, il bilancio sarebbe stato di sicuro peggiore.
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