L'ANALISI
02 Agosto 2017 - 09:08
CREMONA - Una generazione «da sballo» in continuo allarme rosso. «Se i ragazzini delle medie, tra gli 11 e i 13 anni, quelli che si confidano di più con noi, si fanno le abbuffate alcoliche», il cosiddetto binge drinking, sono i giovani tra i 15 e i 19 anni a sballarsi con la droga, soprattutto l’ecstasy, l’mdma che sabato 29 luglio, a Genova, in cinque ore ha ucciso la sedicenne di Chiavari, Adele De Vincenzi.
«La tragedia accaduta recentemente ad Adele rappresenta l’episodio più estremo, ma certamente sempre latente per i giovani che fanno uso di droghe, in particolare l’ecstasy che spesso provoca la morte, conseguenza evidente, ma che i giovani pare non conoscano», dice Paola Cattenati, psicopedagogista, presidente del Criaf, Centro riabilitazione infanzia adolescenza famiglia, membro della commissione nazionale sul disagio adolescenti e bullismo presso il ministero della Pubblica Istruzione e dell’Osservatorio Regionale della Lombardia sul fenomeno del bullismo, referente nel territorio di Cremona e Brescia di significativi progetti di supporto al disagio delle famiglie e degli adolescenti.
Dottoressa Cattenati, perché i ragazzi bevono e si drogano?
«Il consumo della droga e dell’alcool in età giovanile rappresenta un problema sempre più presente e che troppo spesso nei ragazzi è correlato alla ricerca di sensazioni sempre più forti, sballi sempre più sfrenati, spesso per ritagliarsi momenti in cui sentirsi forti, determinati, vincenti».
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