L'ANALISI
10 Luglio 2017 - 16:56
CREMONA - Per far luce su eventuali responsabilità nella morte di Riccardo Sapienza, il ventenne deceduto per arresto cardiaco durante l’anestesia, la mattina del 23 luglio del 2013 nella sala operatoria numero 7 dell’ospedale Maggiore, prima di un intervento al pneumotorace sinistro, Antonio Osculati, medico legale dell’Università di Pavia e perito del giudice, Christian Colombo, si farà affiancare da un anestesista e da un chirurgo toracico. Per questo motivo, è stato rinviato al 30 ottobre prossimo il processo per omicidio colposo nei confronti di Valerio Schinetti, l’anestesista di Manerbio quella tragica mattina a Cremona in forza di una convenzione tra i due ospedali sulla copertura dei turni. Per l’accusa, l’anestesista avrebbe fatto un errore nella manovra di introduzione del tubo, causando un ‘piccolo foro’ nella trachea. Il mediastino si riempì d’aria, il cuore pompò finché andò in arresto. Al contrario, secondo l’avvocato della difesa, Stefano Forzani, l’anestesista introdusse correttamente il tubo e ad uccidere Riccardo fu un pneumotorace iperteso.
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