L'ANALISI
04 Giugno 2017 - 12:56
CREMONA - Sono almeno dieci, forse anche quindici i cremonesi tifosi della Juventus coinvolti nella notte di paura in piazza San Carlo a Torino, dove lo scoppio di un petardo ha fatto pensare all'attacco terroristico innescando il fuggi fuggi generale dei supporters juventini che stavano seguendo sul maxi schermo la finale di Champions con il Real Madrid. Si è diffuso in pochi istanti, il panico: calca da brividi, persone schiacchiate una sopra l'altra.
E tra loro, il 20 Andrea Benna con il fratello 22enne Francesco, tutti e due residenti in città, la fidanzata di Francesco, la 22enne di Cingia de Botti Verena Mancastroppa e l'amico Michele Passera, 22 anni, casa al Migliaro. Sono tutti feriti, per fortuna in modo lieve: tagli alle gambe, provocati dai cocci di bottiglia a terra, escoriazioni e traumi da schiacciamento. Sono tornati a casa alle tre e si sono fatti visitare al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore, dove hanno incontrato altri sette, otto reduci della notte finita nel caos a Torino.
"E' stato tremendo - racconta Andrea Benna perchè abbiamo davvero pensato al terrorismo: si è sentito un boato, è bastato che una persona urlasse 'la bomba, la bomba', ed è scoppiato l'inferno. Noi quattro eravamo in fondo alla piazza e non capivamo. Poi tutti scappavano e siamo scappati anche noi. La prima a cadere è stata la fidanzata di mio fratello, poi io, che mi sono ritrovato a terra con altre persone sopra. Ci siamo rialzati e siamo corsi via ma ci siamo persi. Io mi sono ritrovato in un bar. Per fortuna, nel giro di mezz'ora, con gli sms ci siamo ritrovati tutti. Feriti ma salvi. Esperienza tremenda".
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