SOS ACQUA
05 Maggio 2017 - 08:41
CREMONA - Una riorganizzazione che non s’ha da fare. Sbagliata. E i dati lo confermano. E’ questa la tesi alla base dell’azione che vede mobilitato il Sindacato autonomo di polizia (Sap) contro le novità previste dal Viminale in merito alla polizia postale, che a Cremona porteranno alla chiusura del presidio da anni insediato presso le poste centrali di via Verdi, che dal 2007 ha raccolto 2.600 denunce e svolto quasi 2.500 indagini che hanno condotto all’arresto o alla denuncia di 1.580 persone. Il punto di riferimento, ora, dovrebbe diventare Brescia. La nota diffusa nelle scorse ore da Gianluca Epicoco, segretario provinciale del Sap nonché membro dell’esecutivo nazionale di quel sindacato, esamina tutti i punti critici emersi e quelli pronti a palesarsi a seguito del nuovo assetto: "I numeri della sezione di Cremona e la qualità delle attività sono sempre stati tra i più elevati tra tutte le sezioni del Paese. Con queste considerazioni crediamo che tutte le istituzioni politiche nazionali, regionali e locali dovrebbero, in maniera unanime, difendere quello che da sempre è stato un fiore all’occhiello per la provincia di Cremona. Non c’è alcun risparmio di spesa nel chiudere la postale di Cremona giacché tutte le infrastrutture e i materiali non sono a carico del ministero dell’Interno, se non gli stipendi del personale, che saranno comunque erogati. Gli unici risultati saranno l’aumento esponenziale dei carichi di lavoro per Brescia e il venir meno di un servizio a disposizione della collettività cremonese. Non da oggi denunciamo questo e non da oggi chiediamo aiuto a tutte le istituzioni del territorio».
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