L'ANALISI
28 Febbraio 2017 - 19:07
Gli avvocati del 'tennis scommesse'
CREMONA - «Tranquillo, tanto Skype è sicura». Mica tanto, perché analizzando le chat via Skype, ma anche le mail e gli sms «si parla di scommesse tennistiche di vari tornei e si fanno nomi di tennisti». Nicola Mazzini è uno degli esperti informatici che per conto della procura ha esaminato le conversazioni custodite nei computer, smartphone e tablet sequestrati nella maxi indagine sul calcio scommesse. Scoprendo, l’ex procuratore, Roberto di Martino, che le «combine» non si sarebbero fatte solo nel calcio, ma anche nel tennis. Solo che qui le chiamavano «la crema». Così per la procura che accusa di associazione per delinquere finalizzata a truccare i match di tornei internazionali, corrompendo i giocatori, i tennisti Daniele Bracciali e Potito Starace, e Roberto Goretti, ex ds del Perugia Calcio. Parti civili sono il Coni, la Federazione Italiana Tennis, e l’International Tennis Federation Limited (assistita dall’avvocato Remo Pannain). «Parte offesa», la Tennis Integrity Unity, con l’avvocato Luca Genesi. Alle perizie informatiche è stata dedicata, martedì 28 febbraio, la terza udienza del processo davanti al presidente Francesco Beraglia, Elisa Mombelli e Giulia Masci. Un’udienza tecnica caratterizzata dalle schermaglie tra il pm Carlotta Bernardini e le difese degli imputati che si erano opposte alla produzione della consulenza tecnica della procura.
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