SOS ACQUA
21 Febbraio 2017 - 09:39
Il track della polizia di Stato in piazza Stradivari
CREMONA - Ha fatto tappa nella mattinata di martedì 21 febbraio a Cremona, in piazza Stradivari, la quarta edizione di ‘Una vita da social’, la campagna educativa itinerante realizzata dalla polizia postale insieme al ministero dell’Istruzione con il patrocinio dell’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza: l’iniziativa di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi del web per i minori, come il cyberbullismo, troverà attuazione locale nella presenza del truck della polizia, dove saranno dispensati consigli utili a non cadere nelle tante insidie della Rete in generale e dei social in particolare. Con i dj Andrea Marchesi e Michele Mainardi a fare da testimonial. ‘Una Vita da Social’ è un progetto indirizzato principalmente ai giovani, i principali fruitori della Rete. E coinvolgerli serve eccome: basti pensare che, secondo una ricerca dell’Università la Sapienza presentata per il ‘Safer internet day’, insultare, ridicolizzare e ferire gli altri sui social «sì può» per otto ragazzi su dieci. Non lo considerano un atto. E se l’86 per cento degli intervistati minimizza le conseguenze sulle vittime, per il 71 per cento di ripercussioni non ce ne sarà alcuna. Le parole dietro il paravento del pc o del telefono, è la giustificazione, non sono come violenza fisica e non dovrebbero fare così male. Neanche quelle che, invece, puntano dritte al punto debole — l’aspetto fisico, la timidezza, ma anche i genitori e la religione — e colpiscono come un pugno allo stomaco. Spesso costringendo chi subisce vessazioni a piegarsi per non incassare ancora. Con la realtà che, purtroppo, racconta anche di tragedie. «Fai schifo. Ucciditi». Di questo tenore sono i messaggi che i cyberbulli indirizzano sui social alla vittima predestinata, «un fenomeno grave, che esiste e che nasce soprattutto nelle aule scolastiche» ha spiegato Roberto Sgalla, direttore delle specialità della Polizia di Stato. E ora, anche Cremona scende in prima linea. E del resto, l’impegno della locale questura su quel fronte, promosso dal questore Gaetano Bonaccorso, è massiccio da tempo: nell’anno scolastico in corso, 30 incontri tra agenti della polizia postale e studenti delle scuole cittadine, con cinquemila ragazzi messi di fronte al pericolo social.
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