L'ANALISI
06 Febbraio 2017 - 18:46
L'ospedale Maggiore di Cremona
CREMONA - Per la morte di una paziente di 71 anni sottoposta il 18 settembre del 2014 ad un intervento di colecistectomia in laparoscopia, deceduta un mese dopo, il 19 ottobre, «per shock settico da peritonite», il gup Pierpaolo Beluzzi, lunedì 6 febbraio, ha disposto una perizia medico legale nell’ambito del procedimento che vede imputati di omicidio colposo, in cooperazione tra loro, tre chirurghi dell’ospedale Maggiore. Per l’accusa, durante l’intervento sarebbe stata fatta «una incauta introduzione del trocar»; l’ansa intestinale «fu bucata, causando una lesione di due centimetri, con conseguente massiccio versamento enterico nell’addome, responsabile della peritonite e quindi, in modo mediato ed attraverso alcuni passaggi, la morte della paziente». Per accertare se vi sia un nesso causale tra l’intervento e la morte della paziente, e quindi decidere sull’eventuale rinvio a giudizio dei medici chiesto dal pm Lisa Saccaro, il gup Beluzzi ha ritenuto necessario disporre una propria perizia (l’incarico al perito sarà conferito all’udienza del 6 marzo prossimo), in quanto il pm non l’aveva disposta in fase di indagini, tenendo per buona la consulenza tecnica di Maurizio Gagliardi, il medico legale messo in campo dai familiari della vittima, che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Michela Soldi (si tratta del vedovo, del figlio e dei due nipoti).
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