L'ANALISI
01 Febbraio 2017 - 07:49
CREMONA - Il fonogramma di avviso, dal ministero alla prefettura, è arrivato lo scorso sabato sera e domenica pomeriggio erano già a Cremona: 13 i profughi accolti, tutti nordafricani provenienti da Trapani ed Augusta. E martedì 31 gennaio, nuova allerta: entro mercoledì 1 febbraio è atteso un altro contingente, di 6 immigrati. Bilancio della settimana: 19 richiedenti asilo assegnati al territorio negli ultimi tre giorni per una presenza complessiva, fra capoluogo e provincia, di 1318. È un’emergenza che cresce anziché arrestarsi, quella dei flussi, prima dal Mediterraneo all’Italia e poi dal sud al nord, di migranti. E che, stando alla valutazione dell’andamento dei movimenti e alle proiezioni eseguite a livello romano, potrebbe anche ulteriormente aumentare. Eppure, a dispetto della mobilitazione continua, almeno per il momento è anche un impatto ancora attutibile dal sistema locale dedicato all’accoglienza. «I 15 giorni di tregua che abbiamo avuto a fine gennaio — si spiega da palazzo del governo — hanno liberato posti e ci consentono di poter contare ancora su qualche margine di manovra».
Si lavora comunque, con l’obiettivo di trovare ulteriori soluzioni, nella ricerca di alloggi. Con lo staff dedicato del prefetto Paola Picciafuochi in prima linea e con i sindaci a fare da interlocutori privilegiati. La risposta sta arrivando: proprio nelle ultime ore, da diversi paesi è stata garantita disponibilità ad ospitare stranieri. Si tratta di Municipalità che sino ad ora non avevano offerto il loro contributo e così, seppure si ragioni di un’apertura per numeri minimi, quella che si alza dal Cremonese è una mano tesa che amplia il ventaglio delle possibilità, andando nella direzione di quella accoglienza diffusa sempre auspicata. L’unico appiglio cui aggrapparsi per scongiurare, a fronte dei continui arrivi, eventuali squilibri.
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