L'ANALISI
19 Gennaio 2017 - 12:44
Il palazzo di corso Vittorio Emanuele II 'blindato' dalle forze dell'ordine
CREMONA - È stato condannato a 5 mesi di lavoro di pubblica utilità Alessandro Francesco Azzali, 27 anni, militante del Kavarna che in concorso altri mai identificati, la sera del 25 settembre del 2013 fece in blitz all'interno del Ristorante Il Violino di via Sicardo e getto' sui clienti secchi di feci misto a letame. Una protesta " contro il sistema carcere". Accusato di imbrattamento e di lesioni cagionate a Luca Babbini, titolare del ristorante che lo insegui e lo bloccò in via San Gerolamo prima dell'arrivo dei carabinieri, Azzali è stato inoltre condannato a risarcire i danni allo stesso Babbini, parte civile con l'avvocato Michela Soldi: il giudice di pace, Daniela Badino, ha fissato una provvisionale di 5 mila euro, il resto sarà liquidato nel separato giudizio civile. L'udienza, la seconda, si era aperta alle 10,45 nel palazzo di corso Vittorio Emanuele, dove ha sede l'ufficio del Giudice di pace, blindato dalle forze dell'ordine dentro e fuori. All'esterno il presidio di un gruppetto di militanti, nove in tutto, ha affisso uno striscione con la frase celebre di De Andre': "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior', Soddisfatto l'avvocato di parte civile, Michela Soldi, che attende di leggere la motivazione della sentenza per poi procedere con la causa civile tesa ad ottenere il risarcimento del danno complessivo stimato in venti mila euro. Sergio Pezzucchi, storico avvocato dei militanti dei centri sociali, circa l'accusa di imbrattamento aveva sostenuto che ' la prova di responsabilità c'era a titolo di concorso, anche se Azzali non era entrato nel ristorante". Il difensore aveva soprattutto chiesto il riconoscimento dell'attenuante dell' aver agito per motivi di alto valore morale e sociale " visto che - ha spiegato - si trattava di una protesta tesa a denunciare l'accentuarsi delle diseguaglianze sociali durante la crisi tra ricchi e poveri'. Quanto al reato di lesioni, il difensore aveva chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto," perché a mio giudizio, il dibattimento non ha in alcun modo provato che le lesioni siano state provocate dall' Azzali'.
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