SOS ACQUA
21 Dicembre 2016 - 19:17
CREMONA - «Di solito non faccio così, avevo bevuto. Quando la signorina del bar si è rifiutata di darmi da bere, mi sono sentito provocato e ho avuto quella reazione. Mi scuso». A scusarsi, mercoledì 21 dicembre, davanti al giudice Maria Stella Leone è stato Noel Shehu, l’albanese di 27 anni arrestato martedì notte dai carabinieri dopo aver sfasciato il bar Fiore a San Felice, e aggredito i militari. Accusato di violenza privata, lesioni, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, l’albanese ha patteggiato 18 mesi di reclusione (era difeso dagli avvocati Monia Ferrari e Fabio Galli). Niente beneficio della sospensione condizionale. Niente manette, ma obbligo di firma.
Diplomatosi all’alberghiero, senza fissa dimora, l’albanese abita nella casa di un amico. Disoccupato, fino al giugno dello scorso anno lavorava come tutto fare al Juliette, il locale dei vip travolto dallo scandalo su un presunto giro di escort e di cocaina ai clienti facoltosi. Per l’accusa, Shehu sarebbe stato uno dei fornitori di droga del Juliette. Per questo reato, è già stato rinviato a giudizio: il processo è fissato per il 15 marzo prossimo.
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